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Appalti pubblici: limiti all’interpretazione delle offerte

Consiglio di Stato, sez. V, 27 luglio 2021, n. 5562 (caso patrocinato da L. Righi)
Appalti pubblici: limiti all’interpretazione delle offerte
Consiglio di Stato, sez. V, 27 luglio 2021, n. 5562 (caso patrocinato da L. Righi) 

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Nelle gare pubbliche le offerte devono essere improntate alla massima linearità e chiarezza, gravando sull’offerente l’obbligo di presentare un’offerta seria e completa, di modo che l’offerta economica ambigua o indeterminata è destinata alla sanzione espulsiva, non rimediabile col soccorso istruttorio“. Il Consiglio di Stato nella sentenza segnalata (sez. V, 27.7.2021, n. 5562) ha così definitivamente confermato la pronuncia del Tar Lombardia n. 2290/2020 già precedentemente segnalata tra i “casi di successo” dello Studio Legale RFA e del Prof. Avv. Luca Righi che era stata impugnata dalla controparte.

Il Supremo Consesso della Giustizia Amministrativa ha tra l’altro precisato i limiti della possibilità di interpretazione delle offerte da parte della Commissione di gara, osservando che “seppure le offerte, intese come atto negoziale, debbano essere interpretate al fine di ricercare l’effettiva volontà dell’impresa partecipante alla gara, superandone le eventuali ambiguità, tale attività interpretativa è consentita a condizione di giungere ad esiti certi circa la portata dell’impegno negoziale assunto (ex multis, Cons. Stato, Sez. V, 27 aprile 2015, n. 2082; Cons Stato, Sez. III, 22 ottobre 2014, n. 5196, richiamate da Cons. Stato, III, 20 marzo 2020, n. 1998) e, comunque, senza attingere a fonti di conoscenza estranee all’offerta medesima o a dichiarazioni integrative o rettificative dell’offerente (Cons. Stato, III, 28 maggio 2014, n. 1487 e id. n. 1998/2020 citata)“. (L.R.)